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      Via G. Mameli, si noti il selciato fatto con i 
      ciottoli del Lemme e la carreggiata di blocchi di pietra. Sullo sfondo la 
      Chiesa Patronale di S. Giacomo. 
       
          
      
      La facciata di arenaria della Chiesa Patronale di 
      S. Giacomo (è uno dei monumenti medioevali meglio conservati del 
      Piemonte). La torre campanaria, settecentesca, a pianta ottagonale. 
      Il Portino, unica superstite delle quattro porte di accesso alla città. 
       
       
       
      
      Il Forte in tutta la sua maestosità. La
      sua  imponenza  sovrasta Gavi come una possente sentinella che
      la protegge e rassicura. 
      
      
       
      
       
       
      
      Piazza S. Rocco. Ingresso di Gavi da
      levante e a sinistra Villa Gavina. Per aiutarvi a capire: dove si erge il 
      palo della luce, oggi c'è la Pasticceria-Bar Traverso. 
      
       
       
       
      
      Via Roma e inizio di Via Goffredo Mameli 
      arrivando da levante, a destra Pz. Dante 
      
       
        
      
      Piazza Roma e il palazzo delle scuole
      elementari Leopoldo Gaetano Romano. 
      
       
       
       
      
      Confine di Gavi sulla sponda del Lemme,
      bariera frontale a proseguo delle mura laterali che salivano al Forte.(Si
      vede parte del muro tra i due campanili) 
       
       
       
      
      Santuario di Nostra Signora della Guardia
      e frazione Nebbioli  con l'Osteria della Guardia. 
       
         
      
      Santuario di N.S. della Guardia e N.S. di 
      Caravaggio sul Monte Tobbio. 
		 
      
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      La
      storia di Gavi è legata per la più gran parte a quella meravigliosa
      della Repubblica genovese, alla quale i gaviesi, si conservano
      costantemente uniti e intimamente stretti per affinità di indole,
      omogeneità di abitudini, di usi, di costumi e
      di idioma.  
      Va ricordato che Gavi e tuttora  sotto la
      Diocesi di Genova. 
       
                     
      * * * 
       
      Di grande interesse storico e architettonico è l'antica parrocchiale di 
      San Giacomo,  che
      conserva della costruzione Romanica (XIV sec.) due portali, e nell'interno
      (trasformato nel XVI sec.), tele pregevoli di maestri genovesi e una Madonna di
      Gandolfino D'Asti; gli affreschi cinque e seicenteschi nell'oratorio dei
      Ss. Giacomo e Filippo. 
       
                    
      * * * 
       
      Narra un'antica leggenda, che una
      principessa francese di nome Gavina in fuga dal padre che non la concedeva
      in sposa al suo innamorato, facesse costruire sul Monte Moro, nella riva 
      destra del torrente Lemme un maniero in
      cui visse, fondando la città di Gavi, chiusa e protetta da un alto muro. 
       
       
      La rocca con l'attuale forte (382msl), è per l'appunto derivante da un 
      antico castello del XII sec. 
      Il vecchio castello fu trasformato in fortezza
      su progetto di fra Fiorenzuola nel 1626-30, costruito dai genovesi, con le sue gallerie e i
      complessi fabbricati fu adibito a casa penale dal 1885 al 1907.  
      Attualmente la fortezza mostra una pianta a stella con sei bastioni 
      sviluppati ad angolo acuto, uniti dalla cortina muraria.  
       
               
      * * * 
       
      Di
      notevole importanza la parte vecchia della città con case e resti
      medioevali
      e la porta turrita chiamata Il Portino, l'unica rimasta delle 4 che davano
      accesso alle mura della città. Il materiale usato per la sua costruzione
      è quello tipico del periodo romanico, l'arenaria locale tagliata e
      squadrata che si trova negli edifici più antichi di Gavi. 
       
      .               
      * * * 
       
      Molto interessanti sono anche i tre oratori nati come sede di altrettante
      confraternite: quello dei Turchini, dei Bianchi e quello dei Rossi,
      edificati tra il XV e il XVII secolo. 
      Tutti conservano pregevoli sculture, decorazioni e affreschi sei e
      settecenteschi.  
       
      La particolarità degli oratori sono i "Cristi",
      i grandi Crocifissi riccamente decorati e le casse processuali con
      sculture lignee. Suggestive le processioni, con i membri delle
      confraternite nei loro antichi paramenti, i "Cristi" mantenuti
      in equilibrio precario da un solo uomo a passi di danza, le decorazioni tintinnanti, le
      soste e il cambio del portatore, molto spettacolare vista la mole del 
      Crocifisso. 
       
                     
      * * * 
       
      D'interesse nei dintorni sono i resti romani dell'anfiteatro e casa del
      dazio dell'antica Libarna, il Santuario
      di Nostra Signora della Guardia (anno1575 a 403msl),  alcune antiche ville e un numero elevato
      di castelli medioevali ben conservati  sulle vette dei paesi limitrofi.  
       
      Suggestiva, ma va fatta con i dovuti accorgimenti, è l'ascesa al Monte Tobbio
      (1172 msl). Dalla vetta oltre alla visita alla Chiesetta di N.S. di Caravaggio, nelle belle giornate estive, si può spaziare dal mare
      di Genova alla Pianura Padana, fino alle Alpi e capire meglio la posizione
      strategica di Gavi e della Vallemme. 
       
      Meritevole di un ampio discorso trattato
      nelle pagine dedicate Uva e Vino
      è l'ormai famoso nel mondo vino di questa
      zona: il Cortese di Gavi. 
		
       
       
       
      See the history of Gavi in English click:  
       
      
		gavi
      international 
       
       
       
       
       
       
       
       
                       
		             
       
       
       
       
       
       
       
       
      Fotografie d'epoca    
      
      Gentilmente concesse dai Sig.ri Mario Traverso e Angelo
      Repetto.  |