I vitigni l'uva e i vini.
Ampelografia







Barbera
 
 


Bonarda



Chardonnay





Cortese





Dolcetto













 
Freisa



Moscato





Nebbiolo




Moscato passito
                              







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Vini prodotti nella  zona del Gavi-Cortese e Dolcetto d'Ovada


Il clima e la terra di questa zona sono particolarmente favorevoli  per garantire vini di qualità eccellente.

— :: La Barbera ::
V
ino rosso rubino, con sfumature dai toni aranciati quando invecchia, è tra i più consumati in Piemonte; ne esistono ben quattro tipologie DOC. Un tempo la Barbera - è uno dei pochi vini che vogliono l'articolo femminile, secondo la tradizione piemontese - era rossa intensa, vinosa, quasi nera; non la si fa più con queste caratteristiche, almeno nelle zone dove è tutelata dal marchio DOC.
E' un vino molto antico, il nome stesso affonda le sue origini prima dell'anno 1000, mentre esistono citazioni esplicite del 1514 a Chieri, in provincia di Torino, e anche nei secoli seguenti.
In questa breve scheda analizzeremo i quattro marchi DOC, ricordando però che esistono piccoli produttori sparsi in tutte le zone del centro - sud Piemonte, che ottengono risultati eccellenti ed è una gioia per l'appassionato andare alla ricerca di questi prodotti, attraversando un paesaggio affascinante, ricco di vigneti, che con i loro muti sussurri conducono alla scoperta di un tesoro.
La Barbera d'Alba ha sapore asciutto, acidità, gusto leggermente tannico. Ha una gradazione alcolica di 12 gradi e deve essere venduta dopo un invecchiamento di almeno un anno. E' "superiore" se ha 12,5 gradi ed è invecchiata almeno due anni, di cui uno in botte di rovere o castagno.
La Barbera d'Asti ha sapore asciutto, acidità, ma in certi casi può essere leggermente amabile. Deve avere, minimo, 12,5 gradi e almeno un anno di invecchiamento; è "superiore" se invecchiata almeno due anni, di cui uno in botte.
La Barbera dei Colli Tortonesi può essere fatta, oltre che con le uve Barbera, anche con un 15 per cento di uve Freisa, Bonarda e Dolcetto. E' un vino secco, vivace, robusto, con profumo vinoso. Deve avere, minimo, 12 gradi; anche questa Barbera può essere "superiore".
La Barbera del Monferrato ha un bel colore rosso intenso, è fatta con uve Barbera dal 75 al 90 per cento ed è ammessa l'aggiunta di uve Freisa, Grignolino e Dolcetto. Sapore asciutto, a volte anche amabile, può essere lievemente frizzante. Può essere venduta e consumata già l'anno seguente alla vendemmia (è l'unica Barbera DOC che può essere bevuta "giovane"); con un invecchiamento in botte di almeno due anni, diventa "superiore".
Questo popolare vino ha ispirato persino un'opera buffa intitolata "Il vino di Barbera", presentata durante il carnevale del 1866. Nella letteratura italiana classica viene citata esplicitamente da due grandi poeti come Giosuè Carducci e Giovanni Pascoli.
Sono cosiderate "eccezionali", di valore storico, le Barbere prodotte nelle annate di vendemmia 1971, 1985, 1988, 1990. 



— :: La Bonarda ::
E' un antico vino rosso piemontese, ottenuto da un'uva nera, che si chiama appunto "Bonarda piemontese".
Ha colore rosso rubino, delicato e leggermente amabile, sui 12 gradi.
Si produce in quasi tutto il Piemonte, ma soprattutto nella zona prealpina da Torino a Novara e nel Monferrato.


— :: Lo Chardonnay e il Pinot bianco ::
Uva e vino bianco, in primi tentativi di coltivazione risalgono ai primi dell'Ottocento ad opera del Marchese di Sambuy e di altri nobili piemontesi. Con questo vino Carlo Gancia iniziò i primi esperimenti per produrre spumanti, per i quali fu esclusivamente utilizzata per molto tempo, rischiando anche la scomparsa, poichè i contadini la ritenevano responsabile della diffusione della filossera (la più frequente malattia delle viti).
Da poco la coltivazione è ripresa, in Piemonte, soprattutto sulle colline del Monferrato e delle Langhe, ottenendo ottimi vini bianchi da pasto.

— :: Il Cortese ::
Vino bianco, secco, color paglierino con riflessi verdognoli, nasce dall'uva omonima, è il più conosciuto e celebre vino di Gavi, nome col quale è ormai anche conosciuto. La produzione iniziò nel secolo scorso per soddisfare la grande richiesta del mercato ligure di un vino fresco ed estivo. Dal 1998 ha ottenuto la denominazione di origine controllata e garantita, è prodotto in oltre 7 milioni di bottiglie, anche nella tipologia spumante.
Se ne commercializzano due tipi: Cortese dei Colli Tortonesi e Cortese dell'Alto Monferrato.
Va bevuto in genere giovane (la legge non prescrive invecchiamento), anche se sono in atto tentativi, attraverso una rigida selezione e maturazione dell'uva, per ottenere un prodotto di maggiore struttura e durata. Ha una gradazione alcolica pari a 10,5 e nelle bottiglie migliori si avverte un leggerissimo gusto di mandorla amara.

— :: Cortese di Gavi o Il Gavi D.O.C.G.::
V
ino bianco che prende il nome dalla cittadina di Gavi in provincia di Alessandria. Zona di produzione: Comuni di Bosio, Capriata d'Orba, Carrosio, Castelletto d'Orba, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, San Cristiforo, Serravalle Scrivia in provincia di Alessandria).
Vitigno: esclusivamente Cortese (localmente Courteis). Gradazione alcolica minima: 10,5%. Acidità totale minima: 5 per mille. Vino da bere giovane e conservare in bottiglia pochi anni, 1-3 al massimo.
Stupendo come aperitivo va degustato freddissimo a 6°-8°C; in tavola meglio se a 12°C. Si accompagna ottimamente con antipasti magri, primi piatti con salse a base di pesce, e piatti di pesce pregiato. Nella zona di origine è accompagnato ai "tajarin al tartufo", un piatto di pasta all'uovo condito con burro, parmigiano e tartufi. 


— :: Il Dolcetto ::
Il Dolcetto è un vino rosso DOC, prodotto, in Piemonte, in sette tipi, ai quali è riconosciuta la denominazione d'origine controllata. Le differenze nascono a seconda del diverso luogo di coltivazione, che conferisce al vino diversa fragranza e sapore.
Come la Barbera, un tempo, era il vino da tavola di tutti i giorni, mentre ora sta acquisendo sempre più importanza, grazie alle selezione delle uve e ai moderni metodi di produzione.
Non si tratta di un vino dolce, benchè il nome sembri affermare il contrario. E' chiamato così perchè l'uva cresce bene sui "dossi", o "duset" in piemontese, come tutte le buone uve. Altri invece fanno risalire il nome al fatto che l'uva mangiata matura ha una sapore molto dolce.
Tutti i tipi di Dolcetto possono essere bevuti giovani. Se, invece, sono invecchiati un anno ed hanno una gradazione alcolica pari o superiore a 12,5 gradi, sono classificati "superiori".
Il Dolcetto di Acqui è asciutto, leggermente mandorlato, rosso rubino intenso con tendenza al color mattone, 11,5 gradi. Ha profumo vinoso.
Il Dolcetto d'Alba è rosso rubino; nella lievissima schiuma può essere violaceo. Asciutto, amarognolo, ha acidità moderata; 11,5 gradi.
Il Dolcetto d'Asti ha color rosso rubino; è vellutato, asciutto, armonico. Gradazione alcolica 11,5, acidità moderata.
Il Dolcetto delle Langhe Monregalesi E' il più piccolo dei sette Dolcetti piemontesi, prodotto negli 11 comuni delle Langhe Monregalesi che circondano Mondovì, in provincia di Cuneo e la denominazione d'origine gli è stata riconosciuta già nel 1974. Realizzato con uve Dolcetto al 100%, con un limite di resa massima in uva di 7.000 Kg per ettaro, è prodotto nel tipo "normale", per il quale è richiesta la gradazione alcoolica minima di 11% Vol. e nel tipo "superiore", per il quale sono previsti una gradazione minima di 11,5% Vol. ed un invecchiamento di almeno un anno a partire dal 1° gennaio successivo alla vendemmia.
Vino dal bel colore rosso rubino intenso, con frequenti riflessi violacei, dotato di uno spiccato profumo vinoso, dal fruttato caratteristico che spesso richiama la ciliegia, ha un sapore piacevolmente secco, fresco e di moderata acidità, ma pieno e ricco, con una gradevole traccia amarognola nel finale. Come molti Dolcetti usufruisce della fama di vino quotidiano, adatto alle occasioni della tavola meno impegnative e più frequenti come i salumi, le paste al ragù, le carni dalle cotture brevi, i formaggi freschi.
Il Dolcetto di Diano d'Alba, tra tutti, ha la gradazione maggiore: 12 gradi. Color rubino, asciutto, ha un netto gusto di mandorla e profumo vinoso.
Il Dolcetto di Dogliani (Cuneo) è delicatamente amarognolo, ha color rosso tendente al violaceo, asciutto, odore vinoso, di discreto corpo. E' il Dolcetto più antico: esistono documenti del 1593 nei quali viene citato per le modalità della vendemmia.
Il Dolcetto di Ovada ha un profumo vinoso caratteristico; è asciutto come tutti i dolcetti, armonico, amarognolo, color rosso rubino intenso, tende al granato quando invecchia.
Eccellenti annate per il Dolcetto sono state: 1947, 1961, 1964, 1971, 1978, 1982, 1985, 1989, 1990, 1993.


— :: La Freisa ::
Si tratta di un vino rosso scuro, prodotto per lo più sulla la collina tra Asti e Torino, ma lo si trova anche nel resto del Monferrato e nelle Langhe. Proviene da due distinte zone di origine (Asti e Chieri) e in entrambe vengono prodotte sia la qualità amabile sia la qualità secca. Nascono dall'uva omonima, la legge non prevede obbligo di invecchiamento (possono essere bevute l'anno successivo alla vendemmia); ma se sono invecchiate almeno un anno e provengono da uve con una gradazione minima di 11,5 gradi, possono avere la qualifica di "superiore".
Il nome deriva dal francese fraise, che significa fragola, profumo che si ritrova appunto nel vino.
La Freisa d'Asti ha colore rosso granato o anche rosso ciliegia chiaro, invecchiando tende all'aranciato. Ha un netto profumo di lampone, che si ritrova anche nel gusto.
La Freisa di Chieri nel colore tende al rubino non troppo intenso. Se giovane ha un gusto leggermente acidulo, che si ammorbidisce con l'invecchiamento.
Nel 1500, durante le frequenti epidemie di peste, la Freisa era considerata a Chieri come unico rimedio contro il contagio.


— :: Il Moscato d'Asti ::
Si tratta del più famoso vino bianco dolce e da dessert del Piemonte: quasi tutti i contadini avevano nelle loro vigne un filare di uva Moscato, dalla quale ricavare il vino per le occasioni di festa. Ha un colore paglierino o giallo dorato, odore e gusto caratteristici, inconfondibili; è poco alcolico (una parte dello zucchero naturale non deve essere sviluppata in alcol) e si beve nell'anno seguente alla vendemmia, benchè ci siano bottiglie che si conservano perfettamente anche a lungo.
Il Moscato è il compagno per eccellenza dei dolci (è, infatti, la base dello zabaglione tradizionale) e della frutta, anche se in certe zone del Piemonte viene servito a metà pomeriggio con pane e salame, oppure con il formaggio.
Il Moscato ha origini antichissime: viene citato esplicitamente negli statuti di Canelli del 1200. Secondo certi studiosi, tuttavia, il Moscato come lo conosciamo oggi sarebbe stato introdotto in Piemonte soltanto nel XIV secolo, quando aumentò la richiesta per i vini dolci.
Fino a pochi anni or sono, il Moscato, con autorizzazione del vescovo, veniva arricchito, sotto giuramento, con puro alcol di vino e serviva come vino da messa.
Una delle zone di maggior produzione si estende attorno a Canelli, in provincia di Asti, dove ditte famose lo esportano in tutto il mondo.
Il nome deriva dalla sua caratteristica peculiare, la dolcezza, che, appunto, attira le mosche.


— :: Il Nebbiolo ::
Il Nebbiolo è un vino rosso pregiato, il nome deriva, probabilmente, dal fatto che l'uva viene raccolta quando già nelle valli compaiono le prime nebbie autunnali. 
Il vitigno è coltivato da secoli in tutto il Piemonte, si hanno testimonianze di coltivazioni nella zona di Rivoli (Torino) risalenti al XIII secolo. Le uve Nebbiolo vengono utilizzate per produrre i più conosciuti vini rossi piemontesi, con in testa il Barolo, motivo questo che in passato ha limitato la produzione di vini che conservassero il nome originale del vitigno; quasi che il destino impedisse a questa nobile uva, madre di figli famosi, di diventare famosa lei stessa. In realtà vengono realizzati straordinari prodotti con l'etichetta Nebbiolo, in particolare è molto famoso il Nebbiolo d'Alba.
Si presenta di colore rosso rubino, più o meno carico, tende, invecchiando, al granato. Ha profumo tenue che ricorda la viola, diventando più corposo col tempo. Gusto secco (esistono anche produzioni di Nebbiolo quasi dolce), raggiunge i 12 gradi. La qualità dolce non richiede invecchiamento; la qualità secca richiede un invecchiamento di almeno due anni.
Come i grandi rossi piemontesi è un perfetto compagno dei piatti della tradizione come i bolliti e la bagna caud
a. 

— ::Piemonte Moscato Passito D.O.C. ::
Le uve di Moscato, le più profumate e dolci fra quelle ottenute da vitigni piemontesi, danno origine ad un ottimo passito, da ber a fine pasto.
D.O.C. dal 1994. Area di produzione: Alta Langa; Alto Monferrato di Asti; Bassa Langa; Langa Astigiana; Monferrato di Acqui e Ovada; Roero. Zona di produzione: 140 Comuni in provincia di Alessandria, 118 Comuni in provincia di Asti, 91 Comuni in provincia di Cuneo. 
Gradazione alcolica minima: 15,5 % Vol. 
Composto esclusivamente da uve del vitigno Moscato, i cui grappoli vengono lasciati vicini alla pianta fino alla prima settimana di novembre, perché possano perdere naturalmente la parte di acqua lasciando la maggiore concentrazione zuccherina. Solo i grappoli migliori, sani e profumati, possono attendere così la vendemmia, effettuata manualmente. Dopo la vinificazione, la maturazione avviene per otto mesi in piccole botti, seguita da un affinamento in bottiglia per sei mesi. Si presenta di colore giallo oro intenso tendente all'ambrato, di profumo ampio, intenso, sentore muschiato caratteristico; il sapore è dolce, armonico, vellutato, aromatico. Temperatura di degustazione: 16-20 C° Abbinamento con: Dolci da conversazione, formaggi e paté.

 

Bibliografia Vini
* S. DOGLIO, Il dizionario di gastronomia piemontese,. Daumerie Editrice.
* "Le strade del gusto", La Stampa, Slow Food Editore.

 

 

    
   


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