Breve storia di Gavi e qualche foto d'epoca.
       


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Gavi e Il Forte fotografati dalla strada (in basso a destra) che  sale al Santuario di Nosta Signora della Guardia a  403 msl.


Scorcio della Val Lemme; Il Forte sul Monte Moro e Gavi di Ponente ai suoi piedi, all'orizzonte l'Appennino che la divide da Genova. L'inizio dell'altipiano di Vallegge (in basso a destra nella foto) che affianca il Lemme.

Vista da Ponente. Vecchia cava delle Chiappe sul fianco del Monte Moro sotto il Forte (questa pietra era usata per costruire). Il Lemme che costeggia Gavi e prosegue per Basaluzzo.


Il palazzo delle scuole elementari Leopoldo Gaetano Romano in Piazza Dante e tutto intorno, quello che oggi é il centro e la parte nuova di Gavi, qui appare ancora come la periferia semidisabitata della città.  Sulla destra si vede il vecchio Calzificio Morasso, chiuso negli anni '70, che all'epoca era un pilastro portante dell'economia  e dell'occupazione a Gavi.


Panoramica di Levante; ingresso principale di Gavi arrivando da Arquata-Serravalle Srivia, la stradina da sinistra è Via S. Eusebio.


Ponte di Borgonuovo. Costruito interamente in pietra ha resistito a inondazioni che lo hanno scavalcato.


Vecchio ponte del Neirone (dal nome del torrente che si vede sotto il ponte), all'ingresso di Gavi; unico accesso entro le mura della città da ponente, passando da una delle tre porte di Gavi, chiamata  "Porta delle Chiappe". 

Da sotto il ponte, si vede l'Antico Molino Neirone ,  l'acqua incanalata a monte, per caduta fa girare la grande ruota, che a sua volta aziona la macina e tutti i meccanismi per una perfetta macinazione del frumento; mantenuta in perfette condizioni dai proprietari e tuttora  funzionante e attiva. (Vedi pagina dedicata)
 

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Gavi è stata definita a ragione, un "piccolo scrigno di arte e di storia".

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La città di Gavi è al centro della valle del Lemme o Vallemme, geograficamente, storicamente e commercialmente.

La Valle del Lemme, così chiamata dal nome del torrente che la scorre, nasce dalla Bocchetta, antico passo appenninico tra Liguria e Piemonte.

Questa valle è sempre stata nel corso dei millenni una tra le più importanti delle vie per il transito sia militare che mercantile dal mare di Genova e le terre continentali .
Il Lemme lungo una trentina di chilometri sfocia nell'Orba a Basaluzzo, qui si delinea la Pianura Padana.

La vallata, stretta e prettamente appenninica dalla Bocchetta a Fracconalto attraverso Voltaggio sino a Carrosio, all'altezza di Gavi si presenta allargata e panoramica e si restringe subito sino a chiudersi appena fuori dall'abitato. 

Fino a Francavilla si susseguono, la piccola pianura di Vallegge, l'altopiano di Rovereto e la Piana di Bisio a destra del Lemme, mentre a sinistra, la picccola pianura della Mignona e l'altopiano di San Cristoforo.

A Francavilla i contrafforti muoiono e le colline svaniscono verso la piana alessandrina.

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Citata in documenti anteriori al 1000, Gavi appartenne al comitato di Tortona, poi ebbe Signori propri, i marchesi di Gavi, che nel 1162 si posero sotto la protezione di Alessandria e nel 1202 cedettero i loro diritti a Genova.

Nel 1349 passò ai Visconti, poi a Genova, alla quale rimase fino alla fine del XV sec., quando divenne feudo dei Guasco.

Nel 1528 ritornò a Genova, di cui seguì le sorti fino al passaggio ai Savoia.

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Dal 1860 fa parte della provincia di Alessandria, oggi ha circa 4.500 abitanti, ma ancora all'inizio del secolo superavano le 8.000 unità; ecco giustificato il titolo di città che da sempre possiede e le compete.

Dagli anni Sessanta con la motorizzazione popolare e quindi con la nascita del turismo periferico, la valle del Lemme, ma sopratutto Gavi dove confluiscono diverse strade nevralgiche è tornata ad essere percorsa, visitata ed assaporata, recuperando il suo ruolo di centro viario tra Genova e il nord, che già in tempi passati aveva contribuito a conferirle una notorietà economica ed artistica.





               

 




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