Il Monferrato, regione collinare del Piemonte, delimitata all'incirca dal Po
verso nord, dalle Langhe verso sud e dalla valle della Bormida verso est e
sud-est; il solco del Tanaro la divide in Basso Monferrato a nord e
Alto
Monferrato a sud. È compresa principalmente nelle province di Asti e
Alessandria. I rilievi che formano il Monferrato, dolcemente arrotondati
in colline poco elevate (alt. media 350 m), sono costituiti da terreni
calcarei poco compatti e da depositi argilloso-arenacei risalenti al
terziario. Chiusa fra le Alpi e l'Appennino, la regione riceve scarse
precipitazioni, e perciò la siccità vi è talvolta marcata. I centri
principali sono: Asti, Acqui, Casale, Nizza, Valenza. La coltura di gran
lunga predominante nel Monferrato è quella della vite, che presenta molte
varietà pregiate e ha dato sviluppo a un'industria enologica assai attiva:
i vini locali più rinomati sono barbera, grignolino, freisa, moscato,
spumante, ecc. Tuttavia la proprietà è assai frazionata e i redditi
agricoli non sono molto elevati.
Alto
Monferrato (in corrispondenza della fascia meridionale).
La zona è nel
sud della provincia di Alessandria, ai confini con la Liguria e la
provincia di Asti, a nord la pianura circostante Alessandria coperto di
fitti boschi, Basso Monferrato (quella settentrionale), più arido e spoglio di
vegetazione.
L'Alto Monferrato è disseminato di villaggi, isolati sui dossi collinari,
di castelli fortificati e numerosi sono i luoghi di culto.
Il
santuario di Crea, nel comune di Serralunga di Crea (in provincia di
Alessandria). Eretto nel XII secolo, è tra i più frequentati del Piemonte,
meta di pellegrinaggi come la casa natale di san Giovanni Bosco, il
fondatore dell'ordine dei salesiani, a Castelnuovo Don Bosco. Tra i molti
castelli è famoso quello di Camino, non lontano da Casale Monferrato,
città che durante il dominio dei Gonzaga fu una delle più fortificate
d'Europa.
Le colline del Monferrato sono oggi celebri soprattutto per i loro
vigneti, specializzati nella produzione di spumanti: nella cittadina di
Canelli, la "patria" dell'Asti Spumante, si trova il palazzo Gancia,
anch'esso edificato in origine come castello. Si ricordano inoltre i
centri, entrambi in provincia di Asti, di Nizza Monferrato, con industrie
dolciarie e tessili, e di Moncalvo, con un tradizionale artigianato del
ferro battuto.
Come già detto, l’Alto Monferrato comprende tre aree geografiche, ciascuna caratterizzata
da ambienti, economie e culture diversificate.
Ad ovest è l’area Acquese, caratterizzata da molti vigneti di Moscato e
Brachetto, dalla tradizione del formaggio e famosa per le
terme apprezzate già in epoca romana.
Al centro è l’area Ovadese, caratterizzata da colline alte, da tantissimi
castelli medioevali, dai vigneti del Dolcetto e della Barbera e da
castagneti verso le montagne.
Ad est è l’area di Novi e Gavi, un ambiente di colline assai più dolci,
rese uniche dalla presenza di molto artigianato dolciario e dai vigneti
del Gavi.
L’Alto
Monferrato,
terra collinare e montana di frontiera tra il Piemonte
e la Liguria, è stato attraversato dalla storia e ne ha raccolto una
miriade di
testimonianze tuttora presenti e visibili nei
comuni che lo compongono.
Numerosi i punti di accesso all’Alto Monferrato.
Quello più centrale è il casello di Ovada sull’autostrada Voltri-Sempione.
Caselli autostradali utili sono anche quelli di Novi Ligure, di
Alessandria sud e Serravalle Scrivia (Milano- Genova).
Le principali strade statali che portano all’Alto Monferrato sono:
la strada che da Nizza Monferrato sale ad Alice Bel Colle;
la strada che da Nizza Monferrato si allaccia alla statale
Alessandria-Savona;
le strade che da Alessandria si indirizzano verso Acqui Terme, verso Ovada
o verso Novi Ligure;
le strade che da Genova o Savona salgono verso Acqui Terme o Ovada.
Le principali stazioni ferroviarie di accesso sono Alessandria e Novi
Ligure.Tradizione
enologica
Tra le aree enologiche del Piemonte l'Alto Monferrato non è importante
soltanto dal punto di vista della quantità di produzione, soprattutto
concentrata sulle colline alte che si sviluppano da Acqui, Strevi e
Cassine ad ovest verso l'Astigiano, ma anche per il prestigio di alcuni
vini. Soprattutto si può ricordare il Moscato bianco e aromatico; prima di
diventare doc e quindi docg con l'aggiunta del nome uno dei Moscato più
celebri era quello di Strevi. Le stesse colline danno inoltre grandi
risultati al vitigno barbera. Più recentemente è arrivato al successo, in
misura addirittura inaspettata, il Brachetto d'Acqui (docg), aromatico
rosso tenue, spesso spumantizzato. Non sono pochi i vignaioli che
realizzano dei passiti di Moscato, di alto livello, da ricercare presso i
produttori perché si tratta di prodotti limitati nei quantitativi. Da
questa condizione di specializzazione è nata una qualificazione aromatica
che viene spontaneo attribuire all'area dell'Alto Monferrato, anche se la
viticoltura locale produce anche grandi vini secchi. Tra questi il
Dolcetto d'Acqui, gentile e raffinato, oggi abbastanza raro. Di altra
tempra il Dolcetto d'Ovada, più strutturato e longevo, capace di grandi
performances degne dei grandi rossi italiani. Dalla stessa area anche
ottime Barbera e dei bianchi importanti, che possono ricondursi alla doc
Monferrato oppure alla doc Cortese dell'Alto Monferrato. Storia a parte fa
il Gavi, bianco anch'esso di vitigno cortese, talvolta spumantizzato. Di
successo prevalente in Europa, questo bianco non è ancora stato
adeguatamente apprezzato sull'intero territorio nazionale; a maggior
ragione può essere ricercata la sua conoscenza diretta nel territorio di
origine. Infine la grappa: l'Ovadese e in particolare Silvano d'Orba hanno
mantenuto nel tempo una ricca tradizione di distillazione delle vinacce.
Grappe importanti e di stile proprio, prodotti in grande crescita di
immagine, particolarmente accompagnabili con i dolcetti secchi della
stessa zona.
Accoglienza e
gastronomia sapore
delicato
Un territorio riceve
conferme alla sua vocazione turistica e presenta caratteri tipici
attraverso il proprio stile di accoglienza a tavola. Nel caso dell'Alto
Monferrato, al di là dei ristoranti più qualificati che si sono costruiti
una storia e una tradizione personalizzata, a svolgere questa funzione di
immagine e di familiarità con i visitatori è una vasta rete di posti del
cibo dispersi in una campagna sorridente e protettiva. Le tavole rurali
possono essere di trattoria o di agriturismo, comunque si ispirano allo
stesso gusto semplice e amichevole, incline a socializzare e a gratificare
il vino, che infine è stato il primo ispiratore della visita.
All'influenza genovese si deve parte
della tradizione gastronomica dell'Alto Monferrato, soprattutto per gli
antipasti e i primi piatti, ma in modo particolare per i dolci e per i
prodotti da forno. La fascia di territorio che va dall'Acquese a Novi
Ligure, attraverso i castelli ovadesi, è fortemente unitaria soprattutto
per la tipologia di produzione della focaccia, pane condito in
accompagnamento al pasto ma soprattutto come fuori pasto.
La pasticceria produce soprattutto amaretti, in vari modi, che si
rincorrono per le colline, con qualche differenza di ingredienti e di
tecniche di cottura. I l settore dolciario quindi non è rilevante soltanto
nell'area di Novi Ligure, dove peraltro le produzioni sono anche più
generiche: biscotti, caramelle, torrone. Nei paesi dell'Alto Monferrato è
fiorente il laboratorio artigianale per prodotti che si conservano anche a
lungo, ma certamente presentano un fascino particolare al momento
dell'estrazione dal forno.
Grandissima tradizione anche attorno ai prodotti spontanei della terra:
funghi, tartufi, castagne. Mentre i funghi sotterranei (tartufi) sono
adatti quasi esclusivamente allo stato fresco nella loro ridotta stagione
(da settembre a gennaio) e soltanto minimamente vengono destinati ad
aromatizzare altri prodotti in conserva, soprattutto sott'olio; i funghi
hanno impiego soprattutto in conservazione, seccati o posti sott'olio.
L'allevamento zootecnico ha sempre caratterizzato quest'area, sia per i
bovini sia per i suini. Tra i salumi il più tipico è il filetto baciato,
originario di Ponzone (salame crudo con inserto di prosciutto crudo). La
razza bovina piemontese, particolarmente pregiata per preparare piatti di
carne cruda oppure bolliti misti alla piemontese oppure stracotti al vino,
è fortunatamente ancora ben presente in zona e offre tutti gli anni a
ferragosto una bella rassegna a Montechiaro d'Acqui e in altre località
dell'area. Altro allevamento pregiato è quello delle capre e delle pecore,
che nella comunità montana dell'Acquese consente la realizzazione di un
formaggio dop, la "Robiola di Roccaverano", raro e prezioso.
Gli Itinerari
Oggi questo territorio si organizza per un'iniziativa pionieristica di
programmazione per un turismo qualificato e selettivo, puntando sul
richiamo del gusto. È un programma che vede in collaborazione le
istituzioni e gli operatori economici, in una bella esperienza di
integrazione tra i vari settori produttivi e il sistema di accoglienza. Un
modello di collaborazione e di efficienza, che nel 1999 vede i primi
frutti di economia indotta.
I Sindaci sono diventati i protagonisti e gli appassionati sostenitori
dell'iniziativa. Alla fine sono risultati 58 Comuni e 2 Comunità Montane,
una misura di insieme che forse non ha paragoni in altre aree. Da qui le
varie stesure del progetto, le riunioni, gruppi di lavoro hanno prodotto
un disegno originale e un processo aggregante che è patrimonio essenziale
nella fase di gestione della Strada del Vino.
Dalla Strada al territorio: la Strada del Vino è lo strumento per
avvicinare e rendere amici produttori e consumatori, con la collaborazione
dei prestatori di servizi turistici. L'obiettivo vero è vitalizzare,
tutelare, sviluppare la nostra area, ricca di valori, un po' meno ricca di
notorietà.
È la prima moderna Strada del Vino del Piemonte, pensata e gestita come
un'impresa di interesse collettivo, con impegni, controlli, animazione,
spirito di accoglienza.
Aromatico Itinerario 1
È la zona di più intensa coltivazione della vite, con due grandi
produzioni enologiche, il Moscato d'Asti e il Brachetto d'Acqui,
entrambi denominazioni d'origine controllata e garantita.
L'itinerario è circolare, transitando per Acqui, città termale di
origine romana, in cui ha sede una enoteca regionale (palazzo Robellini
di fronte al municipio), specializzata in questi vini. A nord è notevole
l'Abazia di Sezzadio, mentre le località con paesaggio più intensamente
viticolo sono Alice Bel Colle e Ricaldone; eccezionale il centro storico
di Cassine. Il comune con forte impegno vinicolo è Strevi, di cui si
ricorda una tipologia storica di Moscato.
Formaggi
Itinerario 2
La zona di produzione dei formaggi, e in particolare della formaggetta
denominata Robiola di Roccaverano, è nella Comunità montana dell'Acquese.
Quindi l'itinerario consigliato, partendo da Terzo, è raggiungere Spigno
e Merana, dopo aver passato Bistagno, Ponti e Denice; è un percorso di
fondovalle, che si può chiudere a circolo risalendo da Spigno a Pareto e
quindi (seguendo un tracciato di grande pregio panoramico) a Montechiaro
d'Acqui, Castelletto d'Erro e infine a Terzo. In zona si producono anche
vini pregiati, in particolare Dolcetto d'Acqui. La rarità consiste nel
formaggio di latte caprino e pecorino, adatto anche ad una limitata
stagionatura.
Funghi e Castagne
Itinerario 3
È un itinerario circolare in territorio montano, che parte e ritorna ad
Acqui Terme, passando per Visone, Grognardo, Morbello, Cassinelle,
Ponzone, Malvicino, Cartosio, Melazzo, con un'alternativa interna per
Cavatore. Itinerario lento. su strade che salgono e scendono sui bricchi
che ospitano isi. L'automobilista viaggerà quindi con attenzione non
soltanto al paesaggio, ma anche alla limitatezza di alcuni tratti
stradali.
È consigliabile compiere a piedi passeggiate che consentano di gustare
al meglio l'ambiente, che in alcuni punti raggiunge i 700 metri di
altitudine.
La zona è ricca di gastronomia saporita, caratterizzata soprattutto dai
frutti del bosco e dalla cacciagione, con una rarità: la formaggetta di
latte caprino e pecorino, fresca o stagionata.
Castelli
Itinerario 4
Gravita attorno ad Ovada l'itinerario ad anello che congiunge i paesi di
Molare, Cremolino, Prasco (con bretella a Visone nel percorso delle
castagne e dei funghi), Morsasco, Trisobbio, Orsara Bormida (con
bretella a Rivalta nel percorso degli Aromatici), Montaldo Bormida,
Carpeneto, Roccagrimanda (con bretella a Capriata nel percorso Dolci
Terre), Tagliolo Monferrato, Belforte Monferrato, con bretella a Lerma
nel percorso delle Ville. Un castello per ogni Comune, un centro di
ricerche viticole a Carpeneto, manifestazioni culturali nel centro
storico di Rocca Grimalda, "Le storie del vino" e i concorso enologico
in settembre a Tagliolo. Prasco sta allestendo l'esposizione permanente
di un celebre libro di agronomia, la "Pomona Italiana". Una enoteca
regionale sarà presto attiva in Ovada, dedicata ai vini della zona, con
particolare riguardo per il Dolcetto d'Ovada. Ristorazione e agriturismo
di ottimo livello in tutta l'area.
Ville Itinerario 5
È l'area caratterizzata da antiche tenute agricole, oggi specializzate
nella produzione di vino Gavi a denominazione d'origine controllata e
garantita. I1 centro principale è Gavi e i Comuni interessati sono Bosio,
Mornese, Casaleggio Boiro (con bretella a Lerma, in collegamento col
percorso dei castelli), Montaldeo, Castelletto d'Orba, Silvano d'Orba,
Capriata d'Orba, San Cristoforo, Parodi Ligure, Carrosio, Voltaggio,
Fraconalto.
Il paesaggio varia dalla pianura a nord per salire in collina al centro
e infine all'alta collina (800 metri) a sud, dove c'è un parco naturale,
il Capanne di Marcarolo. A Silvano d'Orba c'è un'antica tradizione di
distillazione della grappa, mentre a Castelletto d'Orba all'inizio di
marzo si svolge una rassegna vinicola dedicata all'Alto Monferrato.
Dolci terre
Itinerario 6
Gravitano attorno alla città di Novi Ligure, centro del distretto
industriale dolciario; l'itinerario va dal casello autostradale di Novi
a Basaluzzo, a Pasturana, Francavilla Bisio, Tassarolo, Gavi, Serravalle
Scrivia, per tornare a Novi. I punti di contatto con il percorso Le
ville sono in Capriata d'Orba e in Gavi. Sono in questa zona le aziende
più significative del Gavi, in località Lomellina, Rovereto,
Monterotondo. La zona è cavatterizzata da una gastronomia influenzata
dalla tradizione genovese.
Novi è il centro urbano di maggior interesse; qui in novembre si svolge
una fiera intitolata "Le dolci terre di Novi".
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